venerdì 22 ottobre 2010

Roberto Saviano e i soliti servi del potere

Il sofferto esordio della trasmissione dal titolo "Vieni via con me"
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Se i servi del potere di turno quasi hanno il sopravvento su un pezzo da novanta come Saviano, si spiega come e quanto, nelle pubbliche amministrazioni, nelle società controllate dalla mano pubblica e ovunque arrivi lo zampino dei politici e delle cosche di potere, chi lavora con impegno, professionalità e serietà possa dare fastidio, essere emarginato ed umiliato. Il tutto per far posto ai raccomandati di turno, ai ruffiani, agli yes-men, alle teste vuote, quasi sempre mezze cartucce, incapaci o limitati sotto il profilo professionale, spesso arroganti e falsi con i loro subalterni e ricattabili da chi li ha insediati...
Una 'consuetudine' radicata e ben congegnata, che può inquinare tutta una struttura organizzativa, dai vertici a scendere fino ai livelli più bassi nella scala gerarchica.
In molte aziende di questo universo non si è mai voluto introdurre un criterio oggettivo e razionale di valutazione del personale perché minerebbe la loro 'organizzazione' e i loro molto soggettivi criteri di riconoscimento dei meriti e dei demeriti.
Un altro esercizio tipico di chi manovra le leve di comando di queste realtà è quello di separare le responsabilità dall'autorità, un binomio in realtà inscindibile: l'autorità a se stessi e ai loro fidati ruffiani, le responsabilità a quelli 'che non contano'...
Tarati a misura di queste specie di organizzazioni sono anche i metodi bulgari usati dai vertici nonché gestori delle cosiddette 'risorse umane' per cercare di liberarsi dei 'dissidenti', 'non allineati' e non sottomessi: dal sistematico logoramento al mobbing furbescamente camuffato, per finire con i pedinamenti... 'Metodi' che non sempre producono il risultato atteso da chi li mette in pratica...
Favori reciproci, mutuo supporto e, ove occorra, soccorso tra vertici e i fedeli affiliati delle diverse entità aziendali, come si conviene nell'Onorata Società o Associazione... che 'si rispetti'... E, perché no?, anche qualche liaison o trait d'union con la Procura competente per territorio male non fa, non si sa mai...
Dispiace che un personaggio del calibro di Saviano sia bersaglio di certe malefatte, ma "qui in Italia noi facciamo così".
Tutte le migliaia e migliaia di sconosciuti comuni mortali, che sistematicamente subiscono queste squallide 'organizzazioni' nel mondo del lavoro, non hanno strumenti di difesa. Possono reagire sì, ma a loro spese e per finire sempre più emarginati.
Provare per credere. Chiedere agli interessati, ossia ai lavoratori con le carte in regola, come se la passano e qual'è il loro livello di soddisfazione in questi ambienti...
E, ovviamente, a farne le spese non sono solo i diretti interessati, ma anche la produttività, l'efficienza e i risultati delle 'organizzazioni' di una tale specie, che fanno acqua da tutte le parti. Sprechi di risorse e malaffare sono più una consuetudine che un'eccezione...
Realtà 'produttive' che, se operassero in un libero mercato, sarebbero sbaragliate all'istante...
(E, ahinoi, si moltiplicano le testimonianze che, anche in molti ambienti di lavoro privati, non si scherza...)
Insomma, non solo le teorie organizzative più evolute non sono per niente applicate, ma non siamo nemmeno al taylorismo di cent'anni fà. Qui non si va oltre una sorta di taylorismo degenere, che nemmeno il più squallido dei manuali di organizzazione aziendale si azzarderebbe a menzionare e descrivere...
Chi credeva fossero faccende relegate agli ambienti bulgaro-sovietici, si è dovuto ricredere da quel dì... Anche nelle realtà locali, oggi rimasugli di quelli che furono feudi 'rossi' o di altra matrice, magari dall'intramontabile e imputrescibile (si fa per dire) impronta socialista (solo di nome ma degenere nella sostanza) che tuttora ovunque imperversa sotto false spoglie, le cose vanno così...
Anche "qui a Genova noi facciamo (da sempre) così" (quasi come nell'Atene di Pericle di 2500 anni fa (*), qualcuno direbbe...).
Per chi, a suo tempo, si era illuso che Silvio, da impreditore di successo, potesse spazzare via questo marciume portando una ventata di nuovo, si è dovuto ricredere: bulgaro-sovietico pure lui, come gli stretti collaboratori di cui si circonda, peggio degli altri. Forse non è un caso che sia amico di Vladimir Putin, già compagno dirigente del KGB e oggi capo in testa degli oligarchi russi..., un personaggio che ha un concetto molto 'personale' della democrazia e non ammette dissidenza: tra le innumerevoli vittime del suo regime non si può dimenticare Anna Politkovskaja, giornalista libera e coraggiosa, assassinata il 7 ottobre 2006 da un sicario, braccio armato dei servi del potere... "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", recita il proverbio...

Forse si deve toccare il fondo prima che qualcosa di buono succeda... E verso il fondo si sta rapidamente rovinando...
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(Un post precedente su questo tema: “Fuori le mafie dalla Val Susa” del 23 gennaio 2010)
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Integrazione del 13 novembre 2010:
Un noto e stimato Professore di Meccanica Razionale presso la Facoltà di Ingegneria a Genova, ha espresso un'opinione drastica e tutt'altro che irrealistica sul concetto, purtroppo molto relativo, del 'toccare il fondo': "Quando si avrà la sensazione di averlo toccato, non sarà così perchè ci sarà chi 'scaverà' ancora per scendere ulteriormente...".
Anche l'affermazione che 'qualcosa di buono' possa succedere nel baratro è del tutto relativa e da verificare... Molto dipende da quello che ciascuno può intendere e si aspetta per 'buono'...
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